LUCE e GAS: slitta a giugno 2019 la fine del “sistema di maggior tutela”

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LUCE e GAS: slitta a giugno 2019 la fine del “sistema di maggior tutela”

E’ stata posticipata ancora di un altro anno, pertanto dal giugno 2019, la cessazione del sistema di ‘maggior tutela’ per energia e gas a favore di una totale liberalizzazione del mercato precedentemente prevista dal giugno 2018.

Rischi e Vantaggi per i consumatori dopo la fine del ‘sistema a maggior tutela’.

Perché si ritiene che il definitivo passaggio al mercato libero sia un danno per i consumatori e che questo cambiamento non possa condurre ad una maggiore concorrenzialità del mercato?

Il mercato libero dell’energia oramai esiste da dieci anni ma, nonostante tutte le visite a domicilio e le telefonate dei call center all’ora di pranzo e cena, solo una famiglia su tre è passata al mercato libero. Il motivo è la mancanza di fiducia, giustificata perché chi ha scelto questo passaggio ha inizialmente goduto di tariffe promozionali che poi sono state elevate notevolmente, vanificando il risparmio. In realtà, dunque, il mercato libero ha reso più cara la luce del 15% ed il gas del 5% gas. E come se non bastasse, sono esplose le pratiche commerciali sleali: il mercato libero, finora, si è rivelato più oneroso e non in grado di proteggere i consumatori. Liberalizzazione dovrebbe significare maggiore concorrenzialità, ma in Italia c’è un oligopolio di quattro o cinque imprese che si dividono l’85% del territorio e nelle singole aree, poi, assistiamo a veri e propri monopoli. In Inghilterra, considerato il faro del mercato libero, uno studio ha dimostrato che le compagnie elettriche acquistavano l’energia quando era più cara per alzare le tariffe; bene, la stessa cosa è successa anche in Italia.

Perché il governo Italiano ha decretato la fine del mercato di maggior tutela?

Il governo italiano, già dal 2014, ha deciso che dovrà essere abolita la maggior tutela, con la motivazione ufficiale che ‘questa contrasta con le norme europee contro le tariffe amministrate’. Ma è falso, perché le indicazioni Ue riguardano unicamente le tariffe amministrate in presenza di agevolazioni da parte dello Stato. Il mercato di maggior tutela italiano non prevede alcun intervento statale ed è stato addirittura riconosciuto dalla Commissione Ue per l’Energia una best practice nel mercato europeo. La reale motivazione della decisione italiana, quindi, è di tipo ideologico: l’obiettivo è rendere l’energia un business che si esprime nel rapporto impresa-consumatore e non un servizio. Si tratta di una scelta che risponde solo alle esigenze delle imprese, ma non a quelle delle famiglie.

Qual è stato l’atteggiamento dell’Autorità per l’Energia in questa vicenda?

L’autorità ha inizialmente difeso la maggior tutela come cosa positiva, affermandone la coerenza con le norme europee. Poi si è uniformata alle posizioni del governo, limitandosi a cercare di rendere il passaggio definitivo al mercato libero più “digeribile”, introducendo la comparazione tra tariffe ed il concetto di tariffa e contratto standard tramite una comparazione semplificata tra tariffa e contratto standard. A fronte della persistente resistenza delle famiglie, poi, si è inventata la tutela simile, una sorta di premio per chi passa al mercato libero ma che in realtà è solo una trovata per rendere più digeribile la pillola e forzare le famiglie. I comparatori, i contratti e le tariffe standard sono cose di per sé positive, ma quelle poche garanzie in più non bastano. Tra l’altro, Autorità e associazioni hanno lavorato due anni per rendere la bolletta più semplice, ma è tuttora difficile individuare l’informazione più importante: il costo di energia o gas al metro cubo, al kWh o al litro.

Perché i comparatori di tariffe sono utili?

È in atto una lunghissima discussione a Bruxelles, presso l’Autorità dell’energia Ue proprio su questo. Il comparatore è utile, ma per funzionare deve comparare tariffe standard, fatte con gli stessi criteri per tutti e legate al consumo tipico di una famiglia. Naturalmente, poi, quell’impresa può comunque proporre altre offerte commerciali, ma la comparazione deve essere effettuata in base ad una tariffa standard ed a prezzo pulito, senza bonus o promozioni. Solo così i comparatori possono essere utili e importanti strumenti. Diversamente, rappresentano un ulteriore modo di raggirare i consumatori: comparazioni tra tariffe promozionali non hanno alcuna validità; se poi si aggiunge la pessima abitudine di applicare la tariffa promozionale per una durata inferiore a quella del contratto, chiaramente il consumatore è costretto a subire tariffe elevate a meno di non pagare la penalità per rescindere il contratto.

Quali saranno le immediate conseguenze, per i consumatori, dell’abolizione della maggior tutela?

Non c’è bisogno di essere profeti, basta guardare cosa è successo nel mercato Rc Auto quando sono state abolite le tariffe regolati: aumenti a due cifre per nove anni. Lo stesso accadrà per energia e gas, e quel premio della tutela simile verrà recuperato ampiamente con gli aumenti tariffari successivi, quando verrà a mancare ogni controllo.

Esiste una strada oggettivamente percorribile che contemporaneamente protegga gli utenti di energia e gas ed incentivi la concorrenzialità in questo tipo di mercato?

Si possono fare due cose molto semplici: prima di tutto, rimettere in discussione la decisione di sopprimere il mercato di maggior tutela. Poi, raccogliendo i consigli della Commissione Ue, trasformare l’Acquirente Unico del mercato di maggior tutela in una Energy Community, che continua a fare quanto fatto fino ad oggi dall’Acquirente Unico: acquistare energia per rivenderla. L’unica differenza è che l’Energy Community opera solo per chi ne fa domanda, cioè chi si associa.

Cosa sono le Energy Community e se esistono esperienze in questo senso, in altri Paesi?

Le Energy Community sono una realtà in Inghilterra ed in Austria, per fare solo due esempi, e si tratta di una forma di acquisto caldamente consigliata in un documento della Commissione Ue dello scorso anno, che sollecita gli stati ad andare in questa direzione. Una Energy Community è una sorta di gruppo d’acquisto: può essere un comune, oppure un quartiere. Ma perché questo sistema possa funzionare, occorre anche un altro passo importante, che ho proposto a Bruxelles: acquistare l’energia in pacchetti prepagati, al supermercato oppure on line, superando i vincoli dell’attuale contratto che non sarebbe più necessario, senza spese di fatturazione o di insoluto. Di nuovo, in Inghilterra ed in Austria si sta già sperimentando questo sistema con successo. Le attuali tecnologie consentono l’acquisto di ‘ricaricabili’ di energia al prezzo in quel momento più conveniente, magari anche attraverso un contatore ‘intelligente’. Così potremmo creare effettivamente un mercato concorrenziale, una vera competizione virtuosa tra imprese. Con l’impostazione di oggi, con poche aziende che controllano il mercato, andiamo semplicemente incontro a forti aumenti delle tariffe, dopo le tariffe promozionali iniziali.

Sarebbe utile introdurre in questo ambito il diritto all’equo compenso per gli utenti vittime di informazioni ingannevoli o pratiche commerciali sleali?

Il Codice del Consumo, in Francia, prevede che in caso di gravi informazioni ingannevoli non solo le imprese vengano sanzionate, ma deve risponderne personalmente anche il presidente o amministratore delegato o altro responsabile dell’azienda, che rischia fino a sette anni di detenzione e 700mila euro di multa. In Italia solo l’impresa è sanzionabile, e le società accantonano in partenza delle somme da utilizzare proprio in questi casi. Le multe, quindi, sono solitamente del tutto innocue. I consumatori vittime di informazioni ingannevoli o pratiche commerciali sleali debbono avere diritto all’equo compenso, qualora non si trovi un accordo tra l’azienda e l’utente, rappresentato da un’associazione di consumatori, ed è già stata presentata in Europa una proposta in tal senso. Si tratta di un meccanismo sperimentato nel settore bancario e autostradale, quindi abbiamo acquisito esperienza.” (fonte: ilsalvagente.it, A.Schofield, 

Per il momento converrebbe godersi la maggior tutela sino a suo presunto ‘fine vita’.

Un invito che si rivolge ai consumatori è di NON AFFANNARSI e di stare ATTENTI ALLE TRUFFE !

Autore – Perito, Antonella Vinella.

29 Dicembre 2017

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