La nuova tendenza del mercato è ‘green’.
I consumatori italiani sono sempre più attenti alle politiche GREEN c.d., e da recenti dati statistici appare che siano sempre più propensi a pagare prezzi più alti per brand ‘green’.
Ma quando realisticamente siamo in presenza di prodotti e servizi green?
Per definizione la “green economy” è quell’indotto economico creato da tutte quelle Aziende nazionali e non che:
– immettono durante la normale fase produttiva un minore inquinamento dell’atmosfera;
– producono energia con un minore impatto sull’ambiente;
– utilizzano gran parte fonti di energia pulita;
– utilizzano materie prime non contaminate nei cicli di produzione;
– esaminano i danni ambientali che potrebbero prodursi durante il cicli di produzione e di vita di servizi e prodotti;
– creano nuovi posti di lavoro per il perseguimento dell’eco-sostenibilità aziendale.
Molto spesso però, dobbiamo fare i conti con un marketing aziendale costruito esclusivamente per trarre in inganno il consumatore, con pubblicità ingannevoli, al solo scopo di cavalcare l’onda mediatica ‘green’ e trarne esclusivo beneficio economico. Nulla di concreto, in questi casi, si è fatto per salvaguardare l’ambientale, per risparmiare e migliorare il confort abitativo dei nostri connazionali. Un consumatore inerme e credulone che viene travolto e truffato, anche a proprio discapito economico.
Il consumatore è alla base piramidale della “green economy”; un consumatore infornato, attento e curioso può meglio difendersi facendo scelte più consapevoli, perché è proprio attraverso la sua domanda di servizi, beni e acquisti che può dominare il mercato, rendendosi in un certo senso corresponsabile o artefice consapevole di un vero cambiamento.
Autore – Perito, Antonella Vinella
22 Maggio 2019